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La tela di Santa Lucia

Indice Interno

- Storia
- Condizioni del dipinto
- Aggionamento di luglio 2012
- Aggionamento di novembre 2012
- Inaugurazione restauro 2 giugno 2013



La tela rappresenta il "Martirio di Santa Lucia"; è alta 250 cm e larga 155. È inserita nell'ancona dipinta dell'altare dedicato alla Santa Martire, il secondo a sinistra, sito nella chiesa parrocchiale di San Fedele di Poggiridenti. Fu dipinta nel 1717 da Giuseppe Prina o Brina, come risulta dal libro dei conti o Recettario conservato nell'Archivio parrocchiale che riporta i pagamenti all'artista. Del Prina non si conosce molto; non sono noti il luogo nè la data di nascita; si sa solo che era originario della Bergamasca, dove lavorò negli anni della sua gioventù. santa_lucia

Successivamente si portò in Valtellina, dove operò dal 1702 al 1722, un periodo fecondo che lo vide impegnato a Chiuro, Boffetto, Morbegno, Sondrio, Ponte, Bormio, Tirano e Villa di Tirano. A Poggiridenti, a quei tempi Pendolasco, dipinse anche, sempre nel 1717, la nicchia entro la quale è custodito il Crocifisso, nell'Oratorio di Gesù Cristo Salvatore.
Soggetto dell'opera è Lucia, una giovane e nobile siciliana consacratasi a Cristo, martirizzata a Siracusa durante le persecuzioni volute dall'imperatore Diocleziano. Contrariamente a quanto tramandato fin dal Medioevo, a Lucia non furono cavati gli occhi, bensì fu decapitata, dopo che il tentativo di bruciarla viva sul rogo fallì.
Nella tela in oggetto una complessa architettura sullo sfondo fa da cornice al supplizio. In primo piano è rappresentata la santa che veste un abito dai morbidi panneggi e un mantello che le copre parzialmente l'avambraccio sinistro e la parte inferiore del corpo. È ritratta inginocchiata mentre, con l'aria sofferente e quasi implorante, rivolge il capo verso il suo carnefice; ha le braccia aperte come i palmi delle mani, quasi ad offrirsi, inerme, al sacrificio che l'attende.
Intorno a lei si affollano diversi personaggi, fra i quali spicca l'assassino che impugna uno stiletto nella mano destra, ritratto con tinte fosche. In alto due angioletti stringono l'uno la palma del martirio, l'altro una corona.

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Condizioni del dipinto

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Il dipinto, purtroppo, evidenzia i notevoli danni subiti nel tempo: allentamento del supporto, spanciamento della tela, depositi di polvere e nerofumo, perdite di colore e screpolature. Queste ultime sono soprattutto evidenti nelle parti dove predominano le tinte scure (ombreggiature e vesti). Depositi di polvere, sporcizia e fumo non permettono più di individuare le tinte originali; vecchi restauri e ritocchi pittorici hanno ulteriormente peggiorato la situazione.

Ornella Sterlocchi

Tutto ciò contribuisce a rendere urgente il restauro commissionato dall'Associazione San Fedele a Ornella Sterlocchi di Chiavenna.

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Aggiornamento di Luglio 2012 a cura di Ornella Sterlocchi

Sopralluoghi effettuati in laboratorio da Soprintendenza:
    sabato 24 marzo - dott.ssa Cecilia Ghibaudi:
  • Eseguita analisi ravvicinata della tela e delle problematiche conservative, in particolare è stato possibile osservare l'estrema fragilità dell'insieme tela colore. La tela è molto rada e in controluce presenta una generale micro perdita pittorica. Valutazioni sull'esecuzione della rifoderatura della tela.

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  • mercoledì 9 maggio - dott.ssa Sandra Sicoli:
  • Analisi delle problematiche conservative, in particolare delle aderenze tra tela e telaio presenti sia in corrispondenza del rompitratta orizzontale che di tutto il bordo perimetrale; la tela - a trama molto rada e sottile - in corrispondenza del telaio risulta completamente e tenacemente incollata al telaio, essendo lo strato preparatorio, in fase di stesura, passato attraverso la trama della tela, aderendo al telaio stesso


  • Valutazione delle prime prove di distacco rese molto difficoltose poiché lo strato preparatorio in terra rossa, costituisce anche la base cromatica del dipinto. La tela è molto sottile; pellicola pittorica e strato preparatorio costituiscono il "corpo" del dipinto stesso e la parte materica che è incollata al telaio, anch'essa nell'insieme sottile, è parte del dipinto stesso. Le prime prove di distacco sono state eseguite con vapore e applicazioni localizzate di compresse imbibite di acqua calda - senza apprezzabili risultati.

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  • giovedì 14 giugno - dott.ssa Sandra Sicoli.
  • Valutazione prove di distacco.
    E' stata messa a punto una nuova metodica per il distacco delle parti di tela/preparazione/colore aderenti al telaio: sulle aree interessate è stato applicato un impacco costituito di polpa di cellulosa (Arbocel in micro-fibre) e Carbogel - con aggiunta di acqua distillata, interponendo un doppio foglio di carta giapponese. L'impacco viene lasciato a contatto con la tela per 15-18 ore; si procede quindi alla separazione intervenendo sul retro (tra tela e telaio) mediante delicata pressione con spatolina metallica a foglia. Nei punti più tenaci l'impacco viene ripetuto e lasciato per altre 3-4 ore. Con questa metodologia si è proceduto al distacco di tutta la porzione di tela aderente al rompitratta centrale. Si procederà anche sulle fasce perimetrali, dopo opportuna stabilizzazione delle parti non protette da vernice.

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  • Test di pulitura del dipinto.
    E' presente uno strato di vernice molto ingiallita e ingrigita per assorbimento di sporco e nero-fumo. La vernice non è presente nelle porzioni perimetrali portate in luce in seguito alla rimozione dei listelli che costituiscono la cornice lignea. Per tali motivi è presumibile che sia stata stesa in seguito a successivi interventi di restauro, già novecenteschi. La rimozione della vernice ossidata porta in luce le tonalità originarie.

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    I test di pulitura hanno individuato aree di ridipintura, in particolare in corrispondenza di una lunga lacerazione presente nella porzione inferiore (forse da bruciatura) riparata sul retro mediante applicazione di un'ampia toppa in tela di canapa e grossolanamente appianata con stucco in gesso e colla.

    Le prossime operazioni, terminato il delicato distacco delle aderenze presenti lungo i bordi, vedranno la velinatura complessiva del dipinto e il consolidamento dell'insieme strati preparatori/pellicola pittorica.

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Aggiornamento di Novembre 2012 a cura di Ornella Sterlocchi
  • Distacco delle aderenze tra tela e telaio

    L'intervento di restauro è proseguito nel corso del mese di luglio affrontando la delicata operazione di separazione e distacco del bordo della tela dal telaio ligneo. Le aderenze, già molto tenaci in corrispondenza del rompitratta centrale, sono risultate ancora più estreme lungo i margini perimetrali (i due lati lunghi e il lato inferiore) richiedendo, in più punti, l'applicazione e la sperimentazione di ulteriori procedimenti che hanno affiancato e/o sostituito la precedente metodologia, in particolare sulle parti brune - dove sono stati ottenuti buoni risultati mediante applicazioni prolungate di etere di petrolio, su impacchi di carta giapponese. In corrispondenza del margine sinistro, dove erano presenti aderenze particolarmente critiche (in corrispondenza dei volti) il dipinto è stato preliminarmente velinato con colletta e carta giapponese; quindi è stato effettuato il taglio e il successivo assottigliamento del telaio, asportando millimetricamente il legno sino a raggiungere e liberare il retro della tela.

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    Rimozione e assottigliamento delle aderenze tra telaio ligneo e tela

  • Foderatura della tela

    Il dipinto è stato interamente velinato con carta giapponese e colletta; successivamente la pellicola pittorica è stata fatta riadagiare alla tela e la superficie - fortemente alterata per la presenza di rigide creste, sollevamenti e crettature - regolarizzata mediante ulteriore applicazione di colletta sul retro del dipinto e moderata stiratura del recto. La tela, troppo inconsistente e rada, è stata rifoderata - restituendo adeguata forza al supporto e stabilità agli strati pittorici. La foderatura è stata realizzata con tela di lino tensionata su telaio interinale metallico.

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  • Pulitura della tela

    Dopo la foderatura è stata rimossa la velinatura posta a protezione del colore; la svelinatura è stata eseguita con applicazioni di spugnature di acqua calda. Quindi sono stati eseguiti differenti test per individuare le miscele pulenti idonee e una corretta metodologia applicativa. Il dipinto risulta fortemente ingiallito e scurito per la presenza di una vernice ossidata e per l'assorbimento di poveri, sporco e nerofumo. La pulitura procede per gradi successivi, differenziando le applicazioni in considerazione dell' eterogeneo stato di conservazione e delle differenti stesure cromatiche. La pulitura è tuttora in corso e si stima proseguirà per tutto il mese di novembre e dicembre.

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  • Sopralluoghi effettuati in laboratorio da Soprintendenza:
  • venerdì 17 agosto sopralluogo - dott.ssa Sandra Sicoli:
    - Eseguita analisi della tela preliminarmente all'esecuzione della velinatura e della foderatura.
    - Valutazioni sulle modalità di foderatura.

  • sabato 8 settembre - sopralluogo dott.ssa Cecilia Ghibaudi con Franca Prandi e delegati Associazione S. Fedele:
    - Analisi delle problematiche conservative
    - La tela si presenta sul telaio interinale, rifoderata e svelinata
    - Sono in corso primi saggi di pulitura

  • lunedì 24 settembre - dott.ssa Sandra Sicoli:
    - Valutazioni sulla pulitura

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Inaugurazione restauro 2 giugno 2013

Staccata nel febbraio 2012 dalla cappella a lei dedicata, la “Santa Lüzìa”, come la chiamano familiarmente qui a Poggi, è ritornata al suo posto originale. Come mai sia stata scelta questa santa, martire, fra le moltissime altre del martirologio, non lo sappiamo, ma sta di fatto che già il 15 ottobre del 1644, come risulta dagli atti dell’archivio parrocchiale, veniva eretto dal Vescovo Lazzaro Carafino il Beneficio di Santa Lucia, fondato dai fratelli Gio. Battista, Prospero ed Orazio San Benedetto e di patronato giuridico degli eredi signori Carbonera. Il restauro della tela di Santa Lucia rientrava fra gli obiettivi del programma dell’Associazione San Fedele, previsto per celebrare i 500 anni di fondazione della parrocchia, e la scelta di iniziare da questo dipinto ha dato ragione all’associazione, perché, una volta staccata e messa controluce, quella luminosa giornata di febbraio col riverbero della neve, la tela evidenziava completamente il suo stato di degrado. L'inaugurazione del restauro è avvenuta domenica 2 giugno 2013 alle ore 17.30 nella chiesa parrocchiale di San Fedele, dove, dopo la presentazione dell’evento da parte della Presidente dell’Associazione Franca Prandi, è seguito l’intervento del parroco Don Livio De Petri, che ha trattato il tema: Lo Sposo e la Vergine. A parlare dell’autore dell’opera Giuseppe Prina e della sua presenza artistica in Valtellina è stata Simonetta Coppa, storica dell’arte. Di tutto il percorso del restauro, dallo stacco della tela alla riconsegna al suo antico splendore, ha relazionato la restauratrice chiavennasca Ornella Sterlocchi. Durante il rinfresco, che si è tenuto sul sagrato, al termine dell’inaugurazione, è stato possibile visitare, nell’adiacente Oratorio di Cristo Salvatore o del SS. Crocifisso, gli affreschi del Ligari, nonché la nicchia dipinta dallo stesso Prina, nella quale è custodito un bel crocifisso. E mentre la tela di Santa Lucia, il cui restauro è stato possibile grazie al finanziamento della famiglia Mottolini in memoria del fratello Stefano, è “rientrata” in sede, a giorni lascerà la parrocchiale per il restauro il crocifisso ligneo dell’abside.