Con la partecipazione di numerosi concittadini si è svolta, lo scorso 28 ottobre, la
cerimonia di restituzione alla nostra comunità della tela settecentesca di San Luigi
Gonzaga. Il dipinto, unico superstite delle cinque tele che ornavano l’abside del
presbiterio della chiesa parrocchiale trafugate nell’ottobre del 1974, sarà ora
ricollocato nella sua posizione originaria sulla parete destra del presbiterio. Il
restauro, finanziato dall’Associazione con il contributo di diversi offerenti, ha voluto
essere, in un certo senso, un atto di riparazione per il misfatto compiuto 50 anni e,
allo stesso tempo, un atto di speranza per il futuro. Si conserva ciò che è prezioso, e
non soltanto dal punto di vista materiale, per trasmetterlo a chi verrà dopo di noi.
Don Mariano Margnelli, parroco di Ponte in Valtellina e rettore del santuario di
Sazzo dedicato a San Luigi, ha illustrato la vita del santo sottolineando il coraggio
della sua scelta portata avanti nonostante la contrarietà della sua nobile e ricca
famiglia e il messaggio che questo santo, così giovane, può ancora offrire a tanti
ragazzi di oggi che cercano un senso per la propria vita. Franca Prandi ha ricostruito
la diffusione del culto legato al santo subito dopo la sua morte, in provincia e nella
nostra parrocchia. A confermarlo erano presenti due ragazzi con indosso l’abito dei
Luigini, blu con i bordi e il colletto bianco, che era portato dai componenti
dell’associazione maschile sorta agli inizi del ‘900 in onore di San Luigi.
La restauratrice Ornella Sterlocchi ha descritto il lungo e scrupoloso lavoro svolto
intorno alla tela, pezzo unico senza cuciture, danneggiato, però, da tagli, lacerazioni e
allentamenti dovuti al tempo.
In questi ultimi giorni è stato restaurato da Giorgio Baruta anche l’affresco dipinto
sopra il portico di Ca Ferrari raffigurante San Luigi con il crocefisso fra le mani.
Datato 1796, non riporta la firma dell’autore ed è considerato di buona fattura. La
committenza risale certamente a uno o più componenti della famiglia Ferrari che lì si
è insediata, proveniente da Fiumenero, in comune di Valbondione. I primi arrivati, i
de Masciochis, si erano stabiliti vicino al torrente Rogna, lungo il quale hanno
costruito le fucine dove svolgevano la professione di fabbro ferraio da cui è derivato
poi il loro cognome.
Dal ‘500si è affermato a Poggi il cognome Ferrari e Michele Ferrari fu curato di
Pendolasco e di Montagna dal 1549 al 1582.
L’Associazione ringrazia quanti collaborano e sostengono a vario titolo le iniziative a
favore del patrimonio comune e augura a tutti un sereno Natale è un prospero nuovo
anno.
Alfonsina Pizzatti, componente del direttivo dell’ASF